Sulla coppia non si finisce mai di imparare. Come sull’amore. Mi sono iscritto al seminario dell’Ameco per questo. Credo che la nostra esperienza vada sempre messa in relazione con quella degli altri, perché quelli che a volte ci sembrano problemi esclusivamente personali sono analoghi a quella di altre persone e di altre coppie, e comprenderne l’affinità (anche se ogni storia è una storia a sé, originle e unica come ogni persona) può essere di aiuto a tutti.
Ho chiesto a Laura di venire con me e condividere quest’esperienza. La nostra storia è iniziata da poche settimane, siamo entrambi separati con figli, io dopo una lunga crisi alla fine di un lunghissimo matrimonio, lei da più tempo, alle soglie del divorzio. Ha accettato volentieri, forse perché eravamo reduci, nella fase idilliaca, da un’incomprensione reciproca che avrebbe potuto portare subito alla rottura e da una riappacificazione avvenuta, qualche giorno prima del seminario, su un piano di comprensione profonda.
E dunque perché non misurarci subito con i problemi della coppia, che hanno già segnato la direzione delle nostre vite? Perché non guardare al di là delle apparenze e delle convenienze
Eravamo, nel gruppo, l’unica coppia, oltre a Roberto e Beatrice, insieme a single che vogliono capirci qualcosa di più sulle loro difficoltà a “fare coppia” con chiunque e a persone in coppia i cui partner avevano preferito fare altro, in quel week-end.
Siamo profondamente grati al lavoro di Roberto e Beatrice e a tutto il gruppo con cui abbiamo lavorato. Portare in superficie, davanti alla nostra consapevolezza, le questioni intime (l’etimologia di int-imus significa “dentro le cose più profonde”) ci ha permesso di scandagliare meglio noi stessi e di mettere in relazione il percorso del Dharma con la “pratica in azione” cui giorno per giorno la relazione di coppia ci richiama, se lo vogliamo. Attaccamento, avversione e ignoranza, i tre inquinanti principali, sono sempre pronti a presentarsi davanti a noi e a mascherarsi (la mente è sempre molto furba, come ci ricordano spesso Corrado e Neva) per non farsi riconoscere. Ecco, il lavoro dei due giorni con Due cuori e due capanne? ci ha permesso di vederli meglio.
Ci sentiamo usciti più forti, più solidi, e insieme più teneri e gentili, con noi stesso, con l’Altro che abbiamo scelto, e con gli altri partecipanti alla due giorni. Utile, intensa, profonda.
Davide – Roma
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